Hoi An: patrimonio dell’Umanita’

16 Ottobre 2012

Lascio Hue e mi dirigo verso <strong>Hoi An</strong>. Sono solo 4 ore di bus e mi godo cosi’ il panorama fuori dal finestrino. Costeggiamo infatti il mare procedendo verso sud.
Ad Hoi An mi aspettano buone 5 ore di attesa prima di prendere un altro sleeping bus che mi portera’ a Da Lat, tra le montagne e la natura del sud del Vietnam.

Ho quindi la possibilita’ di visitare a piedi questo paesino, nominato dall’Unesco patrimonio dell’Umanita’.

Anche perche’ nell’ufficio della compagnia di trasporti del secondo bus verso Da Lat quando sono arrivato non c’era nessuno..come si evince da questo cartello erano in pausa pranzo!

Mangio anche io qualcosa nel vicino ristorantino con una dolce tipico locale e mi metto in marcia.

Avevo letto nella guida che il centro storico e’ stato salvato (da entrambe le parti) dalla devastazione della guerra, al contrario di quanto successo ad Hue.
Inoltre e’ una zona pedonale per cui gli odiati e rumorosi motorini non hanno accesso.


Ho scoperto stando li’ che in realta’ e’ parzialmente vero: dalle ore 17 i motocicli possono circolare all’interno della zona storica. Mi sono infatti fermato davanti ad una scuola elementare per vedere come i genitori, al termine dell’orario scolastico, entrino dentro le aule e prelevino il proprio figlio/a per accompagnarlo/a a casa, ognuno con il proprio mezzo: a piedi, in bicicletta..o su un motorino.

Il centro storico in se in effetti e’ molto carino, dove le case e le botteghe sono ancora quelle di una volta come struttura (visitabili pagando un biglietto di ingresso generale di circa 4€).
Hoi An infatti e’ stata fino ai primi del ‘900 una importante base commerciale tra l’occidente e l’oriente, e porto di molte navi cariche di merci, sopratutto giapponesi e cinesi.
E’ per questo che si trovano ancora case o templi di questi popoli, oppure il “Japan bridge” con all’interno una statua di scimmia di guardia.


Ne ho ovviamente visitate alcune. Meritano per esempio il “museo del trading ceramics”, la “assembly hall Fujian folk” e la antica casa “Tan Ky House”.

Peccato che le strade siano piene zeppe di negozi per turisti che vendono tessuti di ogni genere (bellissimi per carita’), magliette con su scritto “I pho’ “(pho’ e’ la zuppa vietnamita), souvenir vari, etc.
Molto poco romantico od autentico.
Peccato.
Ho pero’ finalmente visto un tecnico all’opera sui uno dei tanti piloni della corrente elettrica, pieni di fili messi li’ senza logica (apparente almeno) e mi sono sempre chiesto come fanno se devono effettuare un nuovo allacciamento od una manutenzione…

Prendo il mio sleeping bus e mi appresto a sorbirmi quasi 12 ore di viaggio ( da sommare alle gia’ 12 ore appena fatte!!), interrotto piu’ volte da uno sportello della stiva dei bagagli che si apriva in continuazione con il rischio che le borse uscissero alla prima curva!


Il Vietnam e’ un paese sviluppato sull’asse nord-sud ed io lo sto visitando viaggiando in bus!!!
Pero’ non riuscero’ mai ad abituarmi ed a capire perche’ le donne vietnamite portano questi calzini corti di un tessuto sottile e che sono sempre rotte sulle punta delle dita!!!

<strong>Curiosita’:</strong>
Sapete come funziona il sistema fiscale in Vietnam (e temo in tutti gli altri paesi dell’Indocina se ho ben capito parlando con la gente degli altri paesi che ho visitato)?
Nessun hotel (a parte quelli grandi e/o di catene importanti), negozio o ristorante rilascia alcuna ricevuta. Ogni mese passa il funzionario delle tasse il quale a suo giudizio, ovvero in funzione della zona, delle dimensioni del locale e del suo “istinto”, stima quanto tu possa aver guadaganto quel mese e ti chiede il 10% su quella cifra. Indipendentemente se si ha guadagnato di piu’ (quindi bene per te) o di meno (quindi male per te). Negoziazioni sono possibili..se fatte con una “mancia”.
Penso che il lavoro del funzionario delle tasse sia uno dei piu’ ambiti qui!!

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