Da Lat e visita alla bambina adottata a distanza con Action Aid

17-18 Ottobre 2012

Circa una settimana fa, quando ero appena arrivato ad Hanoi dal Laos, mi era venuta in mente una idea: perche’ non andare a trovare <strong>Ngoc</strong>, una bellissima bambina vietnamita che ho adottato a distanza oramai da 6 anni tramite l’organizzazione <strong>Action Aid</strong>?

D’altronde, quando mi ricapita di trovarmi cosi’ vicino a dove lei abita, ovvero in un poverissimo villaggio a 60 km da <strong>Da Lat</strong>, nel sud del paese? Da Lat poi era una delle destinazione che avrei voluto visitare nel mio giro nel Vietnam, prima di ripartire per la Cambogia.
Ho contattato dunque Action Aid chiedendo la possibilita’ di una visita. Dopo poco la responsabile della organizzazione in Vietnam mi scrive dicendomi che sebbene il tempo fosse ristretto, avrebbe cercato di fare il massimo per riuscire ad ottenere il permesso dalle autorita’ locali, cosa sempre difficile e complessa in questo paese.
Dopo una serie di documenti che ho dovuto presentare e formulari compilati e dopo una lunga attesa…finalmente arriva l’approvazione.
Poiche’ nel mentre avevo lasciato Hanoi spostandomi sempre piu’ a sud, per riuscire ad arrivare a Da Lat il 18 Ottobre, giorno previsto della mia visita, mi sono dovuto sorbire anche 24 ore di bus quasi non stop ieri per venire da Hoi An fino a qui.
Ma lo rifarei subito vista l’occasione presentata!

Appena arrivato a Da Lat

e sistemato in albergo, incontro Hao, il responsabile locale dei progetti Action Aid dei villaggi della zona tra cui <strong>Dan Ha’</strong> dove vive la bambina Ngoc.
Per intenderci lui e’ quello che mette le “mani in pasta” stando giornalmente a contatto con gli abitanti e le autorita’ locali.
Passiamo la cena assieme ed ovviamente curioso come sono lo bombardo di domande sui progetti e sulle attivita’ in corso.
Sono molto attivi qui e si stanno concentrando sulla realizzazione di strutture scolastiche (anche con la manodopera locale per renderli partecipi) e sull’insegnamento di nuove tecniche di coltivazione del caffe’ per una maggiore resa.
Addirittura effettuano training specifici a persone selezionate locali per far si’ che anche in assenza di qualcuno di Action Aid, le attivita’ vadano avanti essendo un loro interesse che cio’ avvenga.
All’interno del villaggio esistono diversi bambini/bambine che sono stati “adottati” a distanza e molti donatori sono italiani. I bambini vengono selezionati in base sopratutto al grado di poverta’ della famiglia.
Con mia grande sorpresa scopro anche che domani saro’ il primo donatore (ed il primo non asiatico) a visitare il villaggio per cui c’e’ enorme curiosita’ ed interesse tra la gente locale.
Giorno dopo svegliataccia. Alle 7 ci passa a prendere un autista con un’auto del governo (!!).


Dove stiamo per andare infatti i tassisti normali non intendono andare, vista la pessima condizione delle strade nella campagna sperduta che, se dovesse piovere, renderebbe impossibile sia proseguire che tornare indietro.
L’autista si presenta con un 4×4. Scopriro’ dopo che e’ l’unico mezzo (oltre i trattori) a poter raggiungere quei villaggi.
Dopo circa 1,5 ore di viaggio, infatti, passando per scenari bellissimi ed enormi distese di caffe’ (qui la popolazione deve il 70% delle proprie entrate alla vendita del caffe’),

incontriamo dei punti in cui un normale mezzo non passerebbe..e per fortuna oggi e’ una bellissima giornata di sole e non piove!


Noto anche lungo la strada che molti fanno essiccare le bacche di caffe’ su un telo posizionato proprio sul ciglio della strada lasciando il tutto ad una continua (e non credo ottimale) esposizione ai gas di scarico e polvere.
Dopo aver visitato la sede di Action Aid della zona ed aver familiarizzato con i colleghi di Hao,

andiamo a visitare un villaggio in fase di riconversione a scuola. Chi ci sta lavorando sono i padri e le madri dei bambini del villaggio ma il materiale viene pagato da Action Aid.

Costo: solo 5000 $. Quanto si puo’ fare con cosi’ poco per molte persone occidentali.
Mi presentano anche il responsabile politico del distretto, il quale ci teneva ad essere presente durante questo mio incontro con la bambina.


Noto anche che c’e’ un tizio con macchina fotografica e videocamera professionale di Action Aid.
Mi spiegano che vogliono documentare questi momenti ed inserirli in futuri materiali informativi della organizzazione.
Anche io voglio documentare questi momenti..ma con me ho solo il mio mitico cellulare  🙂

Arriva finalmente il momento di visitare la scuola di Ngoc mentre lei e’ a lezione.
Sono entrato in classe e vedo rivolto verso di me decine di occhi di bambini vietnamiti incuriositi dalla mia presenza. Sono infatti probabilmente il primo uomo biondo senza occhi a mandorla che loro vedono (dal vivo almeno).
Saluto dicendo “hello!” e sento rispondermi all’unisono come un eco rimbombante di voci di bambini.
Ed ecco Ngoc, questa bellissima bambina di appena 8 anni che frequenta la terza elementare.
Come mi immaginavo e’ estremamente timida. D’altronde per lei sono un uomo straniero che non parla la sua lingua e che arriva all’improvviso nella sua scuola assieme ad un folto gruppo di adulti (insegnanti, preside della scuola, responsabile del distretto, signori di Action Aid..).
Con l’aiuto di Hao che funge da traduttore, le spiego che sono molto felice di vederla finalmente e che vengo da molto lontano. Su una mappa portata al volo da una delle insegnanti le mostro dove si trova l’Italia rispetto al Vietnam. Ha sgranato i suoi occhi a mandorla!


(nota: qui posizionano l’Asia come continente al centro del mondo mentre noi posizioniamo l’Europa…chi e’ dunque all’est o all’ovest? E’ tutto relativo…).
Cerco di sciogliere il ghiaccio e le scrivo il mio nome a caratteri cubitali su un foglio e cerco di scrivere il suo su un’altro. Funziona 🙂


Per la occasione la maestra chiede di cantare una canzone in mio “onore”.


Infine, Action Aid le dona dei regali che fa consegnare a me: delle penne, dei quaderni ed un impermiabile. Bello aver visto che tutti i bambini della sua classe applaudivano. Tra i bambini poveri c’e’ molta meno gelosia che tra quelli “ricchi”.


E’ il momento della foto di gruppo.


Dopo poco arriva la madre di Ngoc. E’ venuta infatti a prenderla a scuola e con l’occasione la conosco. E’ una brava persona e timida anche lei…come la figlia.
Saluto la classe con un altro “bye bye” e proseguo la visita della scuola. Al termine delle lezioni mi dirigo verso la casa di Ngoc per mangiare assieme a lei ed alla sua la famiglia.

In Vietnam le classi delle scuole pubbliche hanno due turni: quello mattiniero dalle 7 alle 11 e quello pomeridiano dalle 13 alle 17. Non ci sono infatti abbastanza strutture per tutti.

Seguiamo Ngoc e sua madre (loro su un motorino…) fino alla loro casa.
Ad accoglierci il padre, il fratellino e la nonna della bambina. Mi rendo conto che con noi sono venuti anche la preside della scuola ed una insegnante, oltre ad una tizia del comune locale. Insomma grande festa.
Appena arrivato la nonna mi vuole subito stringere la mano e portarmi con se dentro casa..sembrava piu’ emozionata di me!! Infondo non sapevo che accoglienza attendermi dai genitori di Ngoc (sopratutto il padre), essendo io colui che da cosi’ lontano contribuisce economicamente all’educazione della figlia ed al sostentamento dei progetti che lo vedono coinvolto.
Invece trovo persone umilissime e contentissime di avermi a casa loro.
Dopo aver visitato la (molto) modesta casa, facciamo un salto nel giardino/orto. Il padre e la madre con un macete tagliano del bambu’: sara’ il dolce dopo il pasto.


Il pranzo squisito a base di riso, carne di oca del loro campo, involtini di verdura ed insalata, avviene seduti intorno al cibo. Ngoc e’ sempre timida e si posiziona sempre vicino alle ali protettive della mamma.

La comunicazione con me avviene ovviamente tramite l’aiuto del traduttore e di gesti..ma ci si capisce. Scopro inoltre che hanno circa 0.7 ettari di terra per la coltivazione del caffe’ ma non basta. Per essere autosufficienti occorrono almeno 1.5. E’ costretto dunque ad integrare coltivando bacche di seta. Le bacche di caffe’ coltivate da lui le pagano 0.27€/kg mentre quelle lavorate e con il seme interno estratto lo comprano a 1.53€/kg…quasi oltre 6 volte!!!
Terminiamo il pranzo con te’ e canna da zucchero ed e’ il momento di andare via.
Ngoc e ‘ decisamente piu’ a suo agio..anzi mi fa un regalo: un disegno della sua casa con la sua famiglia ed una dedica “un regalo allo zio Luca”.


Va beh, dire che mi sono sciolto e’ quasi inutile no?!
Altre foto di gruppo con famiglia e con la bambina ed e’ il momento di salutarci.


Magari a presto..speriamo.

Sulla via del rientro faccio in tempo a visitare le cascate di Da Lat e la citta’ dei fiori.

Giornata molto intensa emotivamente parlando, un bel regalo prima di ripartire per altre 12 ore di bus in direzione di Phnom Penh (Cambogia). Ma lo rifarei altre 1000 volte.
Bella esperienza di vita e sopratutto bello vedere con i propri occhi quello che Action Aid sta facendo in queste zone povere e sperdute del Vietnam.
Spesso si pensa a come finiscano i soldi donati a queste grandi organizzazioni.
Fa bene invece venire a vedere di persona. Gli stessi organizzatori locali e la gente dei villaggi sono i primi ad essere contenti della presenza dei donatori, per mostrare con orgoglio quanto loro stiano facendo.
Ciao Ngoc a presto.

Categorie: Vietnam | Tag: , , , | 3 commenti

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3 pensieri su “Da Lat e visita alla bambina adottata a distanza con Action Aid

  1. Paola

    che meraviglia fratellino! La bambina è un vero splendore!!!

  2. Mom

    Non si smette mai di crescere..dentro. Vero?! Mom

  3. Luca

    Deve essere stata una bellissima esperienza… sono sicuro tra le più belle di tutto il viaggio! Buon proseguimento!!

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